1990
Adelchi "Bobo" Virgili nasce nella bellissima Fiesole, sulle colline che trasudano storia attorno a Firenze, in un soleggiato 10 marzo del 1990.
Lo sport nel sangue
La famiglia ha lo sport nel sangue: il nonno Giuseppe è il grande campione di calcio degli anni cinquanta, il Pecos Bill goleador della Fiorentina che vinse il primo scudetto nel 55'56.
(nelle foto: Giuseppe “Pecos Bill” Virgili, nonno di Adelchi e campione d'Italia con la Fiorentina)
...anche il calcio
Secondogenito, respira subito aria di sport, calcio e tennis in particolare, grazie al padre Alessandro che svolge attività di istruttore presso il centro universitario.
La Racchetta
La sorella Alexia, più grande, già gioca bene quando a tre anni Adelchi prende in mano la prima racchetta e, da quel momento, la sua vita girerà attorno a quell'attrezzo che lo affascina sin da subito.
(3a foto: prima lezione di papà Alessandro al piccolo Adelchi)
Il primo torneo
Insieme ai genitori e ai fratelli (nel frattempo è nato anche Augusto), Adelchi va spesso a Trieste, città natale della mamma Luisa, e, approfittando della vicinanza, all’età di sei anni gioca il primo torneo in Slovenia.
(1a foto: Adelchi con la sorella maggiore Alexia e il fratello Augusto)
La crescita
Bobo dimostra il suo precoce talento confrontandosi coi bambini sloveni e croati e poi in Florida, all'Eddy Herr e all'Orange Bowl, e in Italia al Lemon Bowl.
(4a foto: Adelchi in compagnia di Nick Bollettieri durante la sua permanenza in Florida)
Vittorie e classifiche
Vince il primo quarta categoria a undici anni e diventa, a tredici anni, 2/8 in Italia e 0 in Francia.
L'infortunio
Tutti pronosticano per la giovane promessa una grande carriera, sulle orme del nonno Beppe, ma il destino è in agguato e, a causa di un infortunio alla schiena mentre si allenava a Montecarlo (con campioni del calibro di Nadal, Gulbis, Ljubicic), Adelchi sfortunatamente deve fermarsi, dopo però aver già esordito a 14 anni nel mondo professionistico degli Itf in Spagna e aver anche conseguito una buona classifica nel ranking del doppio con due semifinali raggiunte insieme allo spagnolo Viloca.
(2a foto: Adelchi, il padre Alessandro e il fratello Augusto si rilassano a Montecarlo giocando a scacchi con Ivan Ljubicic)
Il fuoco del Tennis
Alterna poi momenti di apparente recupero ad altri lunghi periodi di stop ed intanto cerca di terminare gli studi liceali e comincia pure a lavorare in uno store di computers.
I suoi interessi cominciano ad aprirsi alla musica, di ogni genere, classica in particolare, e alla lettura di testi storici, filosofici e religiosi.
Ma il fuoco del tennis cova sempre sotto alla brace, la famiglia è sempre impegnata in questo cammino sportivo con Alexia, che raggiunge la trecentesima posizione WTA e anche con il fratello più giovane Augusto, che riesce a entrare nel ranking.
(nella foto: Bobo con i fratelli Alexia e Augusto)
La riscossa
Adelchi prepara col padre la riscossa ripartendo da zero col preparatore Dario che, purtroppo, mancherà dopo qualche mese per un brutto male.
Il cammino è in salita, gli anni persi, tennisticamente parlando, sono tanti e le esperienze mancate non sono facili da bypassare, ma, dopo tante frustrazioni, ricadute e tentativi mal riusciti, con costanza, volontà e determinazione Adelchi comincia a far quadrare il cerchio, costruendo attorno a sé un team di persone che lo vogliono aiutare nell'impresa di riuscire a esprimere nuovamente il suo tennis, meraviglioso e coinvolgente, senza però perdere di vista la concretezza dei risultati.
(nelle foto: Adelchi in azione al 25.000 di Troyes in Francia, vinto in finale su Antoine Hoang)
Il futuro da scrivere
L 'ultimo anno ha visto una svolta nella sua carriera: finalmente un'intera stagione giocata senza grossi infortuni e con una continuità di risultati, culminata con la vittoria nel $25.000 di Troyes in Francia, che gli ha consentito di raggiungere il best ranking di 390 Atp.
Il futuro di Bobo non è ancora scritto...
(nelle foto: premiazione Adelchi al 25.000 di Troyes in Francia, vinto in finale su Antoine Hoang)
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